31 maggio, 2007

Sei tu

Sei il cielo turchese di ieri mattina, e l'aria fresca che entra oggi dalla finestra.

E cielo in tempesta, sei, come quello del nostro primo giorno.

Sei difficile come una strada di montagna, di quelle che però portano a vedere tutto con occhi diversi.

Sei una sveglia alle quattro del mattino, lasciare il rifugio e il calduccio del sacco a pelo per camminare con le torce fino all'attacco del ghiacciaio, e all'improvviso girarsi e vedere l'alba sul Monte Bianco.

Non ci sono parole per descriverla, l'alba.

Sei tutta la carta del mondo. In tutti i fogli in cui in questo preciso momento qualcuno sta scrivendo, ci sei tu. Magari un'idea lontana di te, ma ci sei tu.

Sei uno zaino, grande, ordinato, dove finisce di tutto e dove tutto quello che finisce lì, sa che non verrà buttato via. Magari dimenticato sul fondo per un po', ma sicuramente mai buttato via. Ci si trovano tesori, nascosti sotto agende di anni passati e penne senza inchiostro.

Ci sono io, nel tuo zaino, oggi.

Sei una canzone che parla di un amore perduto e della gioia di ogni attimo. E non importa se queste due cose sembrano inconciliabili, lo sono, tu lo sai, ed è per questo che quella canzone, stonata e biascicata, sei tu.

Sei un caffè, denso, forte. Di quelli che schifano le bustine di zucchero. Se ti ci metti sai essere anche un cappuccino, accogliente e rassicurante, con quella schiuma che è una dolcezza che arriva piano piano.

Non sarai mai cioccolato puro, sei misto, tu.

Sei un papavero, ed io una pratolina, e siamo noi.

Sei i fiori quadrati che disegni tu, l'ultima cosa che guardo ogni mattina uscendo dalla porta della nostra casa.

25 maggio, 2007

Pranzo in giardino, oggi

In questo ufficio il giardino è la cosa più bella, è una bolla verde isolata da tutto, con gli alberi, l'erba, Polly la gatta, laLila senza scarpe e la signorina Cesarina Castelli che prende il freschino.

La signorina Cesarina Castelli ha 96 anni e tre denti ed oggi mi racconta che è felice. Mercoledì è piovuto nel suo orto, perfino con la grandine: i pomodori del signor Giovanni purtroppo non hanno passato la notte, la lattuga della signora Pia neppure, ma le sue verze, appena piantate per le future cassouele sono salve, e lei è felice, ché la cassouela con le verze comprate l'ha fatta solo una volta, a 77 anni, e ha creduto di morire (se non è morta è solo perchè di lei non si dicesse "l'è morta giuvina, lè che la diseva mi me vori minga spusà perchè chi sa spusa al mor giuvin").

E' di Como, la signorina Cesarina, ma per un caso strano della vita è finita qui, in un giardinetto nascosto di una casa milanese. E laLila la capisce quando parla, con il suo dialetto ed i suoi tre denti, ed anche la grandine, mi sa, che non ha avuto cuore di rovinarle le verze...

24 maggio, 2007

Lila muta

Ho sempre avuto il desiderio di fare un lavoro che cambiasse il mondo, o almeno qualche abitante del mondo. Che fosse cruciale per il destino di qualcuno. Che fosse un destino.

Ed anche se solo in parte, in piccolissima parte, fare formazione può avvicinarsi a questa Idea. Perché, a volte, i manager antipatici a fine giornata mi sorridono, e gli operai mi invitano a bere la birra con loro. Ed i chirurghi mi fanno visitare la sala operatoria per spiegarmi cosa significa il loro lavoro. E mi scrivono dopo anni per dirmi che si ricordano di me.

Ma.

Questi due giorni sono in affiancamento muto. Muta, io… Ferma su una seggiolina rossa, così “inutile” che oggi ho messo su gli orecchini perché così almeno alcuni diranno: “oggi c’era una ragazza muta e ferma ma con un paio di orecchini bellissimi”…

Ed oggi, anche se amo il mio lavoro, oggi ancora di più soffro di non aver mai visto nessuno salire sul palco urlando "c'è un formatore in sala?"

E quando ho mandato il cv a Medici Senza Frontiere, beh, avrei gradito almeno un gentile diniego.

Ma poi.

Sempre oggi, muta e ferma e con gli orecchini belli, ed in più collegata ad internet grazie al piccolissimo mobile modem del Fab, scopro che c'è di peggio. Avrei potuto fare il "cloud appreciator", l'apprezzatore di nuvole, che sarà bellissimo, ma proprio utile non è. E il rischio c'era, considerando che l'amore per le nuvole, come quello per il greco antico, il sanscrito, il copto e tante altre cose inutilmente astratte e bellissime, di certo non mi mancava...

21 maggio, 2007

LilAddicted e Luimaiuscoli

C'è che fino a settembre non vedrò più il mio telefilm preferito...

E l'ultima puntata di questa serie è finita senza finire, come quando avevo 15 anni e telefonavo d'estate al fidanzatino dalla cabina del telefono, e sul più bello finivo la scheda da 10.000 lire, che durava un sacco, sì, ma mai abbastanza da non lasciare le ultime parole a metà.

C'è che, fra le cose incompiute, devo capire dove è finito l'Uomo di Cuore, e se Rebecca sceglierà di rimanere con l'Uomo Buono o con il suo Luimaiuscolo e, con questo dubbio, la notte ho sognato il finale de "I ponti di Madison County".

Il biglietto "Se le va un'altra cena quando volano le falene, venga domani sera, qualsiasi ora va bene" era già stato scritto, il vestito già comprato, le pellicole già messe in frigorifero, i quattro giorni già passati. Ho sognato il punto in cui Clint le dice "Questa certezza si ha solo una volta nella vita".

Lui era il suo Luimaiuscolo, lei aveva accanto un Uomo Buono, che metteva la salopette e chiedeva il polpettone per cena, ma non era il suo Luimaiuscolo.

Il suo Luimaiuscolo è arrivato, chiedendo l'impossibile che sarebbe potuto diventare possibile, chiedendo di scendere da un furgone accogliente sotto una pioggia scrosciante per salire su un altro furgone e su una vita incerta.

Ecco, ho sognato questo, e mi sono svegliata attorcigliata al mio Luimaiuscolograssettoinverde.

15 maggio, 2007

Buon compleanno!

Perché oggi il mio blog compie un anno...

A lezione!

C'è una candela rossa, oggi, al corso. Perché stasera studiamo i vini rossi, ed il riflesso del vino rosso si studia a lume di candela.

Ci sono io, già un po' brilla per l'aperitivo.

C'è il profumo di pesca dei miei capelli lavati, e spero che non distragga il naso del maestro o del mio vicino (quello del Fab bleffa, perciò non mi preoccupa...) C'è una signora nuova, grassa ed allegra, molto bionda e molto preoccupata per il vino della sua cantina. C'è Noemi, una ragazza con le tette che spuntano da una finestrella a forma di cuore della maglia, ci sono altri, incolori, e tra di loro, improvvisa, una bella giacca gialla. Poi si torna a fare il giro e ci sono di nuovo io, così distratta, così presa dalla punta della penna del Fab che disegna grappoli d'uva, così incantata dal legno del tavolo, pieno e morbido. E felice, perché è bello essere a scuola con il Fab attento, che questa sera sente mandorle tostate invece del biancospino...

Io ora aspetto le olive ascolane, che se no anche stasera torno a casa stropicciata, mentre il maestro spiega le differenze tra le uve toscane e quelle piemontesi, vere antagoniste, e chiude con una frase degna di citazione:
"Il toscano è un gentiluomo: ti ciula ma prima ti regala un mazzo di fiori. Il piemontese è schietto, diretto: ti ciula e basta."

11 maggio, 2007

Nella mia borsa

Cercando gli occhiali da sole, scanso le chiavi, il burrocacao e la moleskine, mi imbatto in un libro che non mi ricordo come sia finito nella mia borsa. Non l'ho comprato, non l'ho chiesto in prestito, nessuno me l'ha regalato. Sarò cleptomane?

La mia borsa è un micro mondo di oggetti sparsi, senza sicurezza. Nella mia borsa ogni volta penso che ci sia il telefonino e invece è in tasca. Dovrebbero esserci le chiavi e invece sono sempre da un'altra parte, tranne oggi, ma non vale perché non stavo cercandole.

Ci sono fogli, biglietti, matite, scontrini, c'è un elastico per i capelli, un anello rotolato in fondo alla tasca interna, liste di vecchie spese mai fatte, un braccialetto con i campanellini colorati che mi piace ma che non metto perché mi colora il polso.

Non ci saranno mai i miei appunti, quelli li porto con me, addosso a me, li abbraccio davanti, stretti. E attraverso Milano, con i miei appunti, prendo il tram, vado in ascensore, salgo le scale. I miei appunti, di sicuro, non si sentono soli.

Cameo per Frida:

Oggi nella mia borsa c'è un quadernino, di carta un po' ruvida, con piccole spirali verdi, ed il profumo di carta nuova. C'è lui, e chiacchiera. Oh se chiacchiera. Mi racconta della grazia di Frida, del modo in cui muove le mani, delle sue braccia forti. E mi chiede di correre a comprare una penna nuova, verde, solo per lui. Ed io gli rispondo "ok quadernino, ma ora fai il bravo, shh".

08 maggio, 2007

Adozioni compulsive

E' maggio, io sono felice, c'è il sole in via Carducci.

C'è chi compra scarpe di continuo,
c'è chi riempie la casa di candele che non accende mai,
c'è chi ha una cravatta diversa per ogni giorno dell'anno,
c'è chi ha almeno venti mascara nel beauty (io solo sei... :-D),
c'è persino chi fuma una sigaretta dopo l'altra,
c'è chi.

Io, oggi, faccio outing...

Quest'anno ho adottato:
  1. Kiluba, elefantessa indiana
  2. Makalha, tigressa thailandese
  3. Zhu Xiong, panda cinese
  4. Aitkanti, tartarughessa caraibica
  5. Salamat, leone dello Zakouma
  6. Eme, lontra gigante brasiliana
  7. James il delfino
  8. Tobia, cane zoppo di San Donato Milanese
Ecco, l'ho ammesso pubblicamente. Però, si sappia, che mi sono emancipata dai bachi da seta, quest'anno li ho abbandonati al loro destino, ma spero che anche senza di me possano star bene... :D

Leggerezza

Prima io conservavo tutto, ordinatamente diviso in scatole a seconda degli anni.

I miei orsacchiotti con gli occhi a bottone, i dentini da latte, i quadernini delle elementari con le cornicette e la mia scrittura grande di allora, di penne cancellabili e di matite morbide.

I miei Topolino e gli altri giornalini, e le gomme da cancellare, e sassi, conchiglie, fiori, perline colorate e biglie.

E dopo i miei panzuti diari, le cartoline, i biglietti dei treni e dei cinema, i foglietti piegati piccoli piccoli delle mie compagne di banco.

E poi la carta da regalo dei regali ricevuti, per ricordarsi di essere una persona che ha ricevuto regali, le carte fruscianti dei cioccolatini, i bicchieri in cui avevo bevuto nelle sere di chiacchiere, e le etichette dei vini più buoni o le foto delle caraffe.

E poi penne senza inchiostro, che mi erano state fedeli, e chissà se una penna sa quali parole andrà a scrivere, quanti numeri, quante liste della spesa.

Ecco, tutte le mie cose conservate nel passato sono lì, guai a chi le tocca, tesori nella mia vecchia cameretta.

Ma ora no, butto via quasi tutto, conservo solo le foto, i libri, le lettere, e pochissimo altro.

Leggera, la memoria storica della Lila di oggi, precisa al millimetro ma leggera...

07 maggio, 2007

Lila will say...

do fa fa fa, do sol mi fa,
do fa si (bemolle) si (bemolle),
la sol fa, sol fa mi... :D

04 maggio, 2007

Pagina 1, quaderno nuovo

Ho giocato e studiato con i numeri,
ho studiato e giocato con gli uomini,
per le strade di Alessandria, la sapiente, la bella nel sole.

Mio l’astrolabio per guidare le navi,
mio l’idroscopio per contare il tempo con l’acqua,
eppure mi ha tradita chi mi chiamava madre, sorella e maestra.

Hanno distrutto la biblioteca ed il tempio,
hanno diffuso la loro fede con la spada,
il mio corpo scarnificato da conchiglie affilate, quelle del mio mare.

Sono una macchia indelebile,
sono la musa,
sono Hypatia.

03 maggio, 2007

Lila Scrivoacolori

In un altro spazio, dove mi chiamavo Scrivoacolori, scrivevo colorando i giorni.

C'erano colori come "color sabato mattina" o "colore del primo bagno della stagione".

Dopo averli colorati, sembrava quasi che i giorni - tutti - venissero rivestiti di una leggera patina di quella sensazione, come se fosse un microscopico e cangiante pulviscolo.

Ricomincio, a scrivere colorato, anche se il colore di queste prime ore del giorno è stato "color della noia bigia", perché ho scritto quello che chiamano un paper su un argomento che è davvero difficile amare, come se fossi rivestita di carta stagnola, come se mi avessero invitato a una festa senza musica, come se qualcuno fosse andato in giro a mangiare i granelli di zucchero dalle brioche.

Però poi ho accarezzato la gatta, ed ecco una valanga di pensieri belli per i prossimi giorni: "color marroncino carta da pacchi di Muji", "color cena di venerdì sera", "color giallo oro del divano a Legnano", "color rosa pesca del mio nuovo shampoo", "color Fab che si sveglia con me", color "verde del mio 100esimo post" e così via.

02 maggio, 2007

Dubbio improvviso

Forse c'è qualcosa di strano se qualcuno mi propone di pagarmi in bottiglie di vino, così tante da ubriacare un reggimento...

Bah. Mi serve del tempo per pensarci... :D