22 giugno, 2007

Lama sottile

Nel libro che sto leggendo, un ragazzino coraggioso ha un coltello dalla lama sottilissima, con cui può aprire ovunque una finestra tra mondi diversi e passare aldilà.

Ecco, la mia finestra è azzurra, è disegnata tra le foglie e nel silenzio di un cortile nascosto, e ne sono gelosa come se fosse un mio segreto. Da domani fino al 2 luglio io sono in un altro mondo, guai a chi mi tocca questi giorni, voglio diventare mare e sabbia e colazione ricca di frutta e chiacchiere lunghe nella sera.

Tornerò felice, abbronzata ma con il naso spellato, e con un paio di sandali di cuoio nuovi. Richiuderò la finestra ed aspetterò di aprirla di nuovo, come ormai ho imparato a fare.

Pensieri da primo venerdì d'estate

Oggi leggo un po' di mail, scrivo un documento, mangio uno yogurt e poi mi trasformo in un ramo.

Per ondeggiare nel vento, anzi, in questa brezza leggera che c'è qui nel giardinetto.

Voglio mettermi lì, far da tetto a passerotti e a merli, sentirli cantare, non accorgermi nemmeno del loro peso. Credo che, tra tutti, io dovrei essere un albero da frutto, con i fiori bianchi e con ciliegie rosse e dolci come pendenti di una collana e con pesche ed albicocche come anelli.

Quindi, tra un paio d'ore circa, mi trovate in giardino, guardando in su.

21 giugno, 2007

Sturm und Drang

Ieri notte tornavo a casa mentre si preparava nel cielo un temporale.

Fab era una lucina rossa davanti a me, ogni tanto era così vicino che toccava il mio vetro, e girava piano la testa per guardare dentro. Va piano, in moto, lui, perché ama troppo sentire l'aria, guardare le cose, perdersi nelle strade.

Ed io ero nella mia macchinina rossa, e, mentre ero lì, ho mandato giù un fulmine. I fulmini non aspettano altro, dicono. Si è fatto spazio tra me e la musica alta, ed io l'ho mandato giù, bloccando il temporale, perché Fab arrivasse asciutto a casa.

Si è impercettibilmente diverse dopo aver mandato giù un fulmine.

Ho cose da fare, persone da andare a trovare, pagine da scrivere con microscopici pensieri, bagni in mare da sognare, giorni di sabbia meloni freschi e lentiggini.

Ho mangiato un fulmine. Le nuvole, questa volta, mi hanno fatto un regalo, perciò stamattina mi sento allegra e pronta a far passare questi due giorni che mi separano dal mare.

19 giugno, 2007

Florence

Ciao, Firenze - see you soon - perché avrei tante cose belle da fare insieme a te.

Ma questa volta è stato tutto così veloce che molti pensieri sono rimasti impigliati tra le pietre dure, nel cuore dell'ambra e lungo le striature del lapislazzulo.

Altri erano così piccoli e intensi che sono entrati nelle tasche e li ho riportati a casa ed ora li giro fra le dita come fossero biglie, li sento rotondi, freschi, fanno tintin per ricordarmi che ci sono, anche se non hanno ancora il coraggio di scivolare fuori, anche se io stessa non ho il coraggio di guardarli alla luce.

In questi due giorni l'idea era simile alle fondamenta di una casa. Qualcosa di stabile, a cui appoggiarsi, quando le vertigini fanno tremare le gambe.

Quando, per esempio, sono stanca, preoccupata, ma felice.

[Un passo alla volta]

08 giugno, 2007

Alcune cose ti parlano del passato

E ti riportano a quando non arrivavi a un metro, ma eri tu, ti sentivi tu. Se ti ricordi così bene dei dettagli, vuol dire che anche a meno di un metro eri tu.

La palla era celeste, di plastica, e tu la tiravi per ore, prima di cena, nell'aria azzurra, prima che tua nonna ti chiamasse "nanin, vegn in cà!", e solo tu la capivi perché era l'unica nonna del nord tra tutte le nonne dei tuoi amici.

Una volta hai mangiato una rosa, perchè l'avevi visto fare in un film. Poi ti sei preoccupata che la rosa germinasse in qualche piega del tuo corpo e ti potessi svegliare con boccioli di rosa che spuntavano dalle orecchie. E poi ti sei divertita all'idea, e hai sognato per anni che succedesse.

Ad un certo punto non hai più avuto paura del buio, anzi, lasciavi i biscotti per i lupi che ti si diceva vivessero sotto il letto "signori lupi, volete i biscotti al cioccolato?" e tu, anche oggi, adori i biscotti al cioccolato.

E la tua penna con le stelline, te la ricordi lei, perché l'hai dimenticata sull'unica casa su un albero della tua vita, l'unica su cui sei mai stata perché il terrore del vuoto, quello lì, non l'hai mai superato ed ancora oggi ti attanaglia anche se sali su una sedia. Ma quell'albero era bellissimo, di quelli con le foglie a cuore, d'argento, che cantano. Probabilmente la tua penna con le stelline è ancora lì, a scrivere storie di foglie che cantano.

Tutte queste cose, e molte altre, ti si sono fermate tra le scapole (le avevi "alate" tu, e ti sembrava di poter essere un uccellino, perché nessuno ti aveva spiegato che non era proprio così) e ti parlano del passato, in questa sera qui in cui hai realizzato che la tua amica è diventata mamma e che, anche tu, stai diventando grande.

05 giugno, 2007

laLila ed i Sud Sound System nella Smart

Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni
dai chiu valore alla cultura ca tieni!

(...)

Difendila! Quannu poi difendila!
E’ la terra toa, amala e difendila!
Ntorna moi, difendila! Quannu poi difendila!
E’ la terra toa, amala e difendila! De cine?
De ci ole cu specula e corrompe, difendila!
De ci ole sfrutta l’ignoranza, difendila!
De ci ole svende l’arte noscia, difendila!
De ci nu bole crisca ancora, difendila!
Pe ci nu tene chiù speranza
Pe ci ha rimastu senza forza, difendila!
Pe ci nu pote ma nci crite, difendila!
Pe ci nu te pote secutare, difendila!

(...)

Me la difendu, stritta e forte cullu core
quista è la poesia ca crea sta terra cull’amore.

E quindi eccomi qui, allegra, terrona e "radicata alli greci e bizantini"!

04 giugno, 2007

01 giugno, 2007

Qualcosa sta, impercettibilmente, cambiando...

Ieri sera corso di sommelier.

Per la prima volta senza Fab. Nella mia incostanza storica, avevo quasi deciso di non andarci, così, perché all'ultimo momento io mi stufo e cambio idea, ma poi ho deciso che Fab non avrebbe potuto fare a meno dei miei bellissimi appunti.

E Fato, capriccioso ma indulgente con una laureata in lettere antiche, ha fatto sì che io fossi premiata.


"Con la grande coppa vieni spesso tra i banchi della nave veloce, e togli i tappi agli orci panciuti; fino alla feccia spilla il vino rosso: noi, in questa guardia, non potremo essere sobri.
* * *
Sul banco della nave sta la mia focaccia impastata; sul banco della nave sta il vino d'Ismaro; disteso sul banco io bevo.

Di lottare al tuo fianco, come di bere quando ho sete, di questo ho voglia."

(Archiloco, Fragmenta, VII sec. a.C.)


C'era profumo di cera nel vino, ed io sono stata l'unica, ma dico l'unica, a sentirlo, e l'ho sentito davvero, netto, pulito e deciso come se qualcuno avesse acceso una candela vicino a me!

Il mio naso si sta educando, pianissimo, con una difficoltà incredibile, ma io ho sentito il primo profumo che non fosse profumo di vino. Adesso sono una sommelier in erba anche io, non sono più esclusa dal mondo dei profumi, ed è stata una grandissima consolazione, visto che ciò che accompagnava la degustazione erano le diverse tipologie di olii, ed io odio l'olio.


Però, il mio naso ha già una richiesta: vorrei tante boccettine, come quelle magiche di Maga Magò, ognuna con un'essenza, il kit perfetto per la sommelier in erba. Così io annuso e imparo i profumi, per poi riconoscerli nel vino.

Perché, se continuo ad ignorare (cosa sia e) che profumo abbia l'icis, non diventerò mai la più brava!