14 luglio, 2006

"Inventavite"

Deve essere il loro primo appuntamento. Il secondo, al massimo.
Lo intuisco dal loro modo di guardarsi – e di non guardarsi.
Lei parla senza pause e senza domande. Lui ne è rapito. Lei fa gesti ampi e sorride. Lui beve, calmo in apparenza.
Lei si muove sulla sedia, accavalla le gambe, le distende. Lui non guarda nessuno al di là di quel tavolo. Lei risponde al telefono, si alza, torna al tavolo, riprendendo il discorso da dove lo aveva lasciato. Lui è sempre sul punto di fare una domanda che non fa.
Poi…
Poi lei ad un tratto dice “nooo” e si porta le dita alle orecchie. Entrambi precipitano i loro sguardi a terra, sotto al tavolo, nella piazzetta. “Nooo, il mio orecchino!”. Scostano la sedia, cercano a destra, cercano a sinistra, lei si alza, toccandosi il lobo e ripercorre i passi brevi fatti lì vicino durante la telefonata. Lei dice che lo deve assolutamente trovare, che ci tiene tanto, che altrimenti si sentirebbe una buona a nulla, che è la terza cosa preziosa che perde in quella settimana.
Questo orecchino, comunque vadano a finire le cose tra i due, già fa parte della loro storia.

“e ti ricordi quando tu poi hai perso il tuo orecchino?…”

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