29 agosto, 2007

Batgirl

I pipistrelli, a Milano, non li avevo ancora visti.

E questa mattina, aprendo la porta dell'ufficio, ne ho trovati due. Che volavano, vicini. Ed io, che ho paura persino dei grilli, non mi sono spaventata per nulla.

Li ho trovati follemente romantici, ho immaginato che lei che si fosse persa e rifugiata qui e che avesse chiamato tutta la notte - col radar - il suo compagno. E che lui avesse coraggiosamente sfidato la morte fatta di scope per venire a liberarla.

Inventavite, bat edition

25 agosto, 2007

Mi rifiuto

Di vedere film così cattivi, così semplicemente cattivi, così completamente cattivi.
Io mi rifiuto, punto e basta.
Anche se non è di moda, anche se tutti dicono che i film cattivi sono impegnati, sono importanti, sono denunce sociali e blablabla.
Io non li guardo più.

21 agosto, 2007

Polly at work

Polly fa così: se sono alla scrivania ed uso solo il mouse e controllo la posta, guarda lo schermo e poi si addormenta, ma la coda, in fondo, si muove per circa due centimetri e la zampetta dietro si adagia in automatico vicino al mio polso, e fa il solletico.

Se invece pigio questi tasti grigi, allora si agita dappertutto e annusa il tasto che ho appena pigiato e vorrebbe passeggiare per la tastiera, e mi rovescia la colla e pretenderebbe di giocarci.

Ed io gioco, visto che è l'ora di pranzo e non ho trovato nulla di buono da mangiare.

Ancora viette e paesini

Nei paesini del sud, i ragazzini si baciano ancora nelle stradine nascoste. Si baciano, però, moltissimo nelle ville, e le ville sono ancora quello che io chiamo giardini. Si baciano sulle panchine o sotto gli alberi. Si baciano molto di più di quanto si baciano i ragazzini di Milano.

Ed i vecchi, nelle ville, si fanno la loro passeggiatina. Lui ha pantaloni azzurri di cotone, troppo larghi, e una camicia a mezze maniche, spesso a righine. Lei è grassoccia, ha sempre i capelli ordinati e porta le scarpe col tacco basso ed una borsetta di paglia intrecciata.

Camminano piano piano lungo il vialetto di ghiaia, senza guardare da nessuna parte, e si tengono per mano.

Ed io mi chiedo se sempre nella loro vita hanno camminato così o se invece è una abitudine degli ultimi tempi, questa di tenersi per mano.

20 agosto, 2007

Katastrophé

Esiste una parola greca che non viene più usata nel suo significato originario, che descrive lo stato della corda della lira che, pianissimo, impercettibilmente, torna al punto di riposo e di equilibrio dopo essere stata toccata. È il termine inevitabile, il punto di ritorno dopo l’infrangersi del suono. È il silenzio, è la meraviglia ed il terrore della musica che cessa.

È katastrophé. È il fermarsi prima di ricominciare, prendendo fiato, rilassandosi dalla tensione. È giungere ad un nuovo stato, cambiare.

Che sia catastrofe e meraviglia, questo momento.

Back home



Eccomi. Quest'anno la Puglia è stata casa ed amici, ulivi e stradine notturne, incredibilmente ed improvvisamente tranquille. E' stata pesce e frutta, e cibo mangiato per strada. E' stata cieli e notti con i grilli. E Fab a piedi nudi nella mia stanza.

E' stata chiacchiere e silenzi, come per raccogliere le idee, come per sentire meglio quello che mi piace fare. Ho da fare, quest'anno, per questo avevo così bisogno delle mie stradine silenziose.

02 agosto, 2007

La mia mamma un giorno mi ha scritto questo

Ti ho plasmato con la carta del tempo.
Sotto la luce viva, ogni giorno, tornavo al mio lavoro.
Ti accarezzavo con dolcezza,
muovevo piano la materia,
nel timore di perderti.
Ho lavorato per anni senza stanchezze.
Veniva l'esperienza a trovarmi
e la mandavo via
perché tu fossi fresca e viva.
Veniva la favola
e la tenevo in disparte,
perché tu fossi reale.
Veniva la pena
e la cacciavo lontano da me,
perché tu fossi solo frutto della gioia.
Veniva la paura
e la allontanavo,
perché tu avessi coraggio.
Veniva ciò che avevo,
le mie sconfitte,
le mie vittorie,
venivo io a te.
Ed una mattina tu ti muovesti.
Eri tu, frutto di te stessa.
Libera di andare,
volando via come una rondine
che ha la sua vita nel cielo.

Era il mio primo Natale qui, e, questa sera, è saltata fuori da un cassetto dimenticato, ed io la rileggo continuamente. E' bella, la mia mamma.