Ho giocato e studiato con i numeri,
ho studiato e giocato con gli uomini,
per le strade di Alessandria, la sapiente, la bella nel sole.
Mio l’astrolabio per guidare le navi,
mio l’idroscopio per contare il tempo con l’acqua,
eppure mi ha tradita chi mi chiamava madre, sorella e maestra.
Hanno distrutto la biblioteca ed il tempio,
hanno diffuso la loro fede con la spada,
il mio corpo scarnificato da conchiglie affilate, quelle del mio mare.
Sono una macchia indelebile,
sono la musa,
sono Hypatia.
04 maggio, 2007
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