08 giugno, 2007

Alcune cose ti parlano del passato

E ti riportano a quando non arrivavi a un metro, ma eri tu, ti sentivi tu. Se ti ricordi così bene dei dettagli, vuol dire che anche a meno di un metro eri tu.

La palla era celeste, di plastica, e tu la tiravi per ore, prima di cena, nell'aria azzurra, prima che tua nonna ti chiamasse "nanin, vegn in cà!", e solo tu la capivi perché era l'unica nonna del nord tra tutte le nonne dei tuoi amici.

Una volta hai mangiato una rosa, perchè l'avevi visto fare in un film. Poi ti sei preoccupata che la rosa germinasse in qualche piega del tuo corpo e ti potessi svegliare con boccioli di rosa che spuntavano dalle orecchie. E poi ti sei divertita all'idea, e hai sognato per anni che succedesse.

Ad un certo punto non hai più avuto paura del buio, anzi, lasciavi i biscotti per i lupi che ti si diceva vivessero sotto il letto "signori lupi, volete i biscotti al cioccolato?" e tu, anche oggi, adori i biscotti al cioccolato.

E la tua penna con le stelline, te la ricordi lei, perché l'hai dimenticata sull'unica casa su un albero della tua vita, l'unica su cui sei mai stata perché il terrore del vuoto, quello lì, non l'hai mai superato ed ancora oggi ti attanaglia anche se sali su una sedia. Ma quell'albero era bellissimo, di quelli con le foglie a cuore, d'argento, che cantano. Probabilmente la tua penna con le stelline è ancora lì, a scrivere storie di foglie che cantano.

Tutte queste cose, e molte altre, ti si sono fermate tra le scapole (le avevi "alate" tu, e ti sembrava di poter essere un uccellino, perché nessuno ti aveva spiegato che non era proprio così) e ti parlano del passato, in questa sera qui in cui hai realizzato che la tua amica è diventata mamma e che, anche tu, stai diventando grande.

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