21 giugno, 2007

Sturm und Drang

Ieri notte tornavo a casa mentre si preparava nel cielo un temporale.

Fab era una lucina rossa davanti a me, ogni tanto era così vicino che toccava il mio vetro, e girava piano la testa per guardare dentro. Va piano, in moto, lui, perché ama troppo sentire l'aria, guardare le cose, perdersi nelle strade.

Ed io ero nella mia macchinina rossa, e, mentre ero lì, ho mandato giù un fulmine. I fulmini non aspettano altro, dicono. Si è fatto spazio tra me e la musica alta, ed io l'ho mandato giù, bloccando il temporale, perché Fab arrivasse asciutto a casa.

Si è impercettibilmente diverse dopo aver mandato giù un fulmine.

Ho cose da fare, persone da andare a trovare, pagine da scrivere con microscopici pensieri, bagni in mare da sognare, giorni di sabbia meloni freschi e lentiggini.

Ho mangiato un fulmine. Le nuvole, questa volta, mi hanno fatto un regalo, perciò stamattina mi sento allegra e pronta a far passare questi due giorni che mi separano dal mare.

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